La temperatura e la piovosità sono tra i fattori responsabili della formazione dei diversi terreni
In aprile si preparano orti e giardini alla nuova stagione vegetativa: si vanga, si semina, si trapianta…si prende quindi confidenza con il suolo, così diverso da un luogo all´altro. Tra i principali fattori che determinano la pedogenesi, ovvero l´insieme degli articolati processi chimici, fisici e biologici che portano alla formazione dei suoli, oltre alla natura della roccia madre, alla topografia locale e alla relativa vegetazione, c´è anche il clima.
La temperatura controlla in particolare a velocità con cui i minerali si disgregano, processo favorito dall´alternanza gelo-disgelo, perché più fa caldo e più rapidamente la materia di cui è composto il suolo si altera a causa della maggiore attività dei funghi e dei batteri.
La piovosità invece determina il trasporto di materiale da un livello all´altro con formazione di diversi strati di suolo.
Piogge intense e vento possono causare erosione e perdita di terreno fertile, inoltre nelle zone aride la forte evaporazione può formare strati di sali ostili a molte piante.
Terreno e sua preparazione
I principali elementi presenti nel terreno sono: sabbia, argilla, calcare, humus. La descrizione di ciascuno di questi elementi permetterà di conoscere meglio il terreno di coltivazione e, se necessario, opportunamente correggerlo. O forse...cambiar pianta.
La sabbia ha una grande importanza, rende il terreno poroso e quindi ne facilita l´aerazione e la penetrazione dell´acqua. Le terre prevalentemente sabbiose hanno, invece, scarso valore come terreno coltivabile.
L´argilla è il maggior costituente di una buona terra coltivabile, perché vi apporta sostanza ed elasticità. La rende pastosa e plastica, proprietà che le conferisce il potere di mantenere a lungo la freschezza e di arrestare la dispersione dei sali nutritivi. Tuttavia, la sua presenza non deve essere in eccesso. I terreni eccessivamente argillosi sono d´impasto tenace, induriscono mentre asciugano e diventano vischiosi e pantanosi quando si bagnano. Tanto in un caso come nell´altro sono impenetrabili all´aria e quindi asfittici.
La calce accelera la nitrificazione e la decomposizione delle materie organiche. Il suo potere alcalino corregge l´acidità del terreno. Quand´è in eccesso, le piante diventano clorotiche. Il carbonato di calcio è sempre presente nel suolo e nei tessuti delle piante: le calcifughe lo detestano, le calcicole lo gradiscono.
L´humus è costituito da residui vegetali o animali decomposti e si trova nella parte più superficiale del suolo. Lo rende friabile, leggero e poroso, quindi facilmente penetrabile all´ossigeno. Ha potere assorbente. Trattenendo l´umidità, conserva a lungo la freschezza nel terreno e con essa i sali fertilizzanti. Assorbe e mantiene il calore solare e favorisce lo sviluppo dei nitrobatteri, contribuendo nell´insieme a migliorare le condizioni fisiche del suolo. La sua acidità corregge l´alcalinità dei terreni calcarei.
Un terreno che sia già stato coltivato, di composizione normale e che abbia un buon drenaggio, è quanto di meglio potete desiderare. La sua lavorazione sarà rapida e facile: basta vangare e fresare leggermente, mondare dai sassi e dalle radici infestanti ed incorporarvi del buon letame maturo o concime organico.
Quando e come piantare
Perché piantare in autunno:
- temperature più fresche, si fatica tutti (noi e le piante) di meno
- arrivo delle piogge autunnali e invernali che aiuteranno
- anche se le piante non paiono crescere nei mesi invernali, in realtà fin dai primi tepori (quelli che noi non percepiamo ancora) cominciano a lavorare sotto terra con il loro apparato radicale
- all´arrivo della bella stagione, la vegetazione potrà così svilupparsi in equilibrio con lo sviluppo radicale.
Piantare a primavera significa:
- dover preoccuparsi molto di più delle annaffiature, almeno per tutta la prima stagione di un nuovo impianto
- dare il tempo e le condizioni, se avete scelto delle piante non rustiche per la vostra zona climatica, di affrancarsi e irrobustirsi durante l´estate, perché possano affrontare bene il primo inverno
- per le piante copri-suolo, dar loro la possibilità di partire subito e tappezzare più rapidamente, bagnandole regolarmente fino a fine estate
Annaffiature
E´ importante ottenere un giardino che ne diventi autosufficiente o quasi. Dobbiamo far sì che le piante sviluppino un apparato radicale che scenda in profondità, dove possano trovare umidità e frescura.
Bagnare poco sovente, ma in profondità. E´ il modo migliore per stimolare le radici a penetrare nel terreno.
In inverno, se le precipitazioni sono scarse o inesistenti, ricordatevi di bagnare, nelle ore più calde, i sempreverdi, sia in piena terra che in vaso.
Aiuta sapere che foglie e fiori sono gli organi di una pianta che più consumano acqua e più ne traspirano, quindi una potatura all´inizio dei mesi più caldi, anche severa se necessario, aiuterà a superare bene questo disagio.
E d´autunno la pianta si presenterà come in una nuova primavera.
Potare le erbacee dopo la prima fioritura per la stessa ragione. Sarà anche un modo per rinforzarle e far loro assumere una forma più compatta e più bella.
Piante resistenti al caldo e al secco
Le piante che in natura crescono fra sassi, in terreni poveri calcarei e aridi, le piante che hanno bisogno di poco per prosperare, trattate diversamente (leggi concimate e bagnate) si snaturano e finiscono per deperire.
Le piante da terreno secco non amano i terreni troppo fertili. In un terreno ricco, cresceranno troppo in fretta i primi anni, accorciando così la durata della loro vita. E´ importante sapere che le piante resistenti al secco hanno un ciclo naturale di riposo estivo. C´è il rischio di farle morire bagnandole in questo periodo.
Quelle che dichiariamo che resistono al secco, vanno bagnate solo 1 o 2 volte, circa a 1 mese d´intervallo tra l´una e l´altra annaffiatura, se l´estate è eccezionalmente calda e asciutta.
Quelle che resistono il secco, ma prediligono annaffiature occasionali, vanno bagnate in profondità, ogni 15 giorni, da giugno a fine agosto.
Tenere separate le piante molto esigenti d´acqua da quelle che preferiscono il secco. Se nel progetto vanno accostate o non si vuole fare una distinzione netta tra le une e le altre per motivi estetici, sarà utile ricorrere agli espedienti della montagnola e della catinella.
Concimi
Da non fare: piantare una pianta, non importa come, e abbandonarla al proprio destino. Non ci si può aspettare che terreno e piante continuino a dare il meglio di sé, senza essere disposti a dare noi qualcosa in cambio.
Cosa fare, dunque? Fornire al terreno, con la concimazione, gli elementi nutritivi che, arricchendolo, faciliteranno, di conseguenza, la crescita e il buon sviluppo delle piante.
I migliori concimi sono quelli organici. Il letame (dal latino laetus = lieto, fertile!) è il concime organico per eccellenza, perché completo e perché migliora la struttura del terreno. Va usato solo ben maturo. Il letame di cavallo è tra tutti il migliore.
Altri sono: la cornunghia (ricca di azoto), il guano (ricco di azoto e fosforo), la cenere (ricca di fosforo e potassio).
Potatura
A cosa serve? A far circolare aria, luce e acqua all´interno della pianta. A deviare il percorso della linfa per indirizzarne la crescita. A modificare la forma della pianta. Ad irrobustirne la chioma. A migliorarne la produttività (fiori, frutti).
Come potare? Potate solo se avete ben compreso perché lo fate. Potate se siete consapevoli che questa non può essere "la" soluzione a tutti i problemi. Spesso infatti invece della potatura potrebbe essere necessario il trapianto, il diradamento, l´abbattimento, il rinvaso, il cambiamento di esposizione o di terreno, la correzione dei tempi delle annaffiature.
Potate, soprattutto, quando vi sentirete di conoscere bene il vostro giardino e le sue piante.
Non potare è senz´altro meno dannoso che potare male. Ed inoltre si è sempre in tempo a farlo.