La terrazza delle protee

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La terrazza delle protee
Da poco creata sull´isola Madre, sul Lago Maggiore, riunisce proteacee esotiche “possibili” anche nei nostri climi


Si varca un´alta siepe di leccio alloro e sughera e ci si ritrova catapultati in un altro mondo e in un´altra atmosfera: sullo sfondo di palme, archi di rose e placide acque lacustri, si susseguono fioriture dalle forme bizzarre, dai colori così brillanti da luccicare, dalle dimensioni spettacolari. Pinnacoli monumentali, corolle che sembrano zampe, puntaspilli dorati, cuscini di piccole stelle, pigne e carciofi giganti si rincorrono tra foglie coriacee ampie oppure filiformi, dando vita ad una flora misteriosa e quasi aliena.

 

Siamo sull´isola Madre, la più grande delle isole Borromee, sul Lago Maggiore, trasformata n parco botanico dai nobili proprietari a partire dal 1823. Per la precisione ci troviamo in una nuova sezione, aperta al pubblico lo scorso giugno: “La Terrazza delle Protee”, un´area di circa 200 metri quadrati, affacciata sull´acqua. Tra le presenze esotiche più significative, per aspetto e numero di varietà, vi sono proprio le protee, dagli enormi capolini agguerriti, irti di brattee cerose vivacemente colorate.

 

Grazie al clima mite dell´isola, all´esposizione soleggiata della terrazza e all´inserimento della siepe di leccio, vi prosperano Strelitzia reginae, Anigozanthos, detto “zampe di canguro” per le curiose inflorescenze, i giganteschi Echium pininana, gazanie e grevillee, Chamelaucium uncinatum e molte Proteacee, come Leucadendron laureolum, Banskia serrata, Serruria florida e, appunto, numerose Protea.

 

Simbolo del Sudafrica

Arbusti o piccoli alberi sempreverdi originari dell´Africa tropicale fino al Sudafrica, le protee sono giunte in Europa nel Settecento, suscitando un grande interesse: verso le fine del secolo il botanico e agronomo Dumont de Courset racconta di ricche collezioni di specie coltivate in Inghilterra e in Francia, in particolare nel giardino della Malmaison della bella imperatrice Giuseppina, grande appassionata di piante. Oggi, invece, di 115 specie riconosciute se ne coltivano poche, sia come piante da giardino per i climi miti sia per i fiori recisi, che durano molto a lungo: tra queste, Protea neriifolia, che raggiunge i 3 metri e fiorisce e più riprese; P. grandiceps, che diventa un alberello di 5 metri in fiore tutto l´anno; P. eximia, arbusto alto fino 5 metri e largo 2-3.
Ma soprattutto P. cynaroides, detta “King Protea” per le dimensioni delle infiorescenze (fino a 30 cm di diametro). Fiore nazionale del Sudafrica, ha steli robusti, foglie da arrotondate a ellittiche e capolini globosi o a coppa, protetti da brattee bianco crema, rosa o rosse, che sbocciano in tarda primavera-inizio estate e poi di nuovo in autunno.

 

 

Fonte: Gardenia

 

 

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