La borragine è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Boraginaceae.
I fiori azzurri sono usati per colorare e guarnire i piatti e per colorare l´aceto; congelati in cubetti possono costituire decorazione per le bevande estive.
L´uso alimentare allo stato crudo in quantità notevoli è precauzionalmente sconsigliato, per la presenza in tale stato, in alcune fasi vitali della pianta, di composti pirrolizidinici, a presunta attività epatotossica.
È emerso un grande interesse commerciale, a livello internazionale, per l´olio estratto dai semi: l´olio gamma 3 linolenico che ha notevolissimi utilizzi, soprattutto nutrizionali, dietetici, medicinali, cosmetici. Tale fatto ha prodotto un rinnovato forte interesse per la pianta, essendo evidente la facilità di coltivazione industriale della pianta stessa, e per il fatto che l´unica altra sorgente vegetale agevole per tale olio sono i semi di Oenothera biennis, ma con coltivazione più complessa, e con rese inferiori.
Inoltre, i fiori sono molto ricercati e apprezzati dalle api, in quanto hanno un alto quantitativo di nettare disponibile.
La malva selvatica è una pianta appartenente alla famiglia delle Malvaceae.
È una pianta erbacea annuale o perenne. Presenta un fusto eretto alto anche 1 metro. Le foglie di forma palminervia con 5 lobi e margine seghettato irregolarmente. I fiori sono riuniti all´ascella delle foglie, di colore rosaceo, con petali bilobati. Il frutto è un poliachenio circolare.
Il nome deriva dal latino malva ed ha il significato di molle, cioè capace di ammorbidire.
Viene usata in erboristeria: i principi attivi si trovano nei fiori e nelle foglie che sono ricchi di mucillaggini, usati per le loro proprietà emollienti e bechiche, nelle forme catarrali delle prime vie bronchiali. La pianta trova largo uso come emolliente e calmante delle infiammazioni delle mucose, oftalmica.
La malva può essere assunta sotto forma di verdura contro la stipsi, infuso per idratare e ammorbidire l´intestino, e per regolarne le funzioni grazie alla sua azione lassativa, dovuta alle proprietà delle mucillaggini di rigonfiare l´intestino, stimolandone la contrazione e quindi agevolandone lo svuotamento. In Cucina si usano i germogli, i fiori freschi o le foglioline.
Il Ravanello selvatico è una pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.
L´altezza della pianta è di 20–80 cm. Sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poichè, essendo a ciclo biologico annuale, superano la stagione avversa sotto forma di seme. Sono inoltre munite di asse fiorale eretto con poche foglie. La radice è del tipo a fittone, ma non è carnosa. Anche le foglie sono peloso-ispide.
Il frutto è una siliqua appuntita all´apice, erette e più o meno arcuata. È inoltre peduncolata.
La pianta e i fiori di Raphanus raphanistrum possono essere facilmente confusi con quelli del Raphanus sativus. Un semplice metodo per distinguere le due specie è quello di osservare i frutti. Nella siliqua di Raphanus sativus i semi sono molto ravvicinati mentre per il Raphanus raphanistrum i semi sono più distanziati e la siliqua si restringe notevolmente per poi riallargarsi tra un seme e il successivo assumendo una forma più caratteristica (siliqua a strozzature).
La medicina popolare considera questa pianta stimolante della funzione gastrica e antireumatica.
Le giovani foglie possono essere mangiate in salata insieme ad altre verdure crude (ma è bene prima tagliuzzarle finemente). Il gusto è molto pungente e spesso si usa fare una salsa in sostituzione del senape. I boccioli dei fiori possono essere usati come i broccoli. Dai semi inoltre si può ottenere un olio commestibile.
La grattalingua comune è una specie di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia Asteraceae.
l nome generico (Reichardia) è stato dato in onore al medico naturalista di Francoforte, mentre il nome specifico (picroides) deriva da due parole: dal genere botanico Picris L. (Aspraggine) e dalla parola greca eido ( = aspetto) e significa "di aspetto simile al Picris". Il nome del genere Picris deriva da una parola greca (pikros) il cui significato è "amaro" e si riferisce al sapore aspro della pianta.
Queste piante sono alte da 2 a 4 dm. Le infiorescenze sono composte da capolini isolati con peduncoli di 10 - 20 cm e numerose brattee. I frutti sono degli acheni con pappo.
Le foglie di questa pianta sono commestibili (crude in insalata o cotte); anche la radice è commestibile.
La Salvastrella o anche detta Pimpinella è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Pianta rizomatosa con fusti eretti alti fino a 1 metro. Le foglie sono imparipennate con 5-9 foglioline ovali o allungate, con margine seghettato. I fiori, minuti e privi di petali, sono riuniti in capolini ovali rosso-bruni all´apice dei fusti. Può essere riprodotta per seme o divisione dei rizomi. Raccogliere le foglie e utilizzarle fresche o essiccate in luogo ombroso e ventilato.La pimpinella ha anche proprietà carminative, ossia favorisce l’eliminazione di gas dallo stomaco e dall’intestino, grazie all’olio essenziale caratteristico contenuto nelle sue parti verdi.
Le foglioline tenere possono aggiungersi alle insalate, a cui sembra conferiscano un gusto simile a quello del cetriolo. Sono ottime anche cotte, insieme ad altre erbe di campo.
La Silene rigonfia è una piccola pianta (alta fino a 60–70 cm; massimo 100 cm) perenne e glabra, dai caratteristici fiori chiamati “bubbolini”, appartenente alla famiglia delle Caryophyllaceae.
Pianta conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà mangerecce. Si può comprendere quindi l’abbondanza di nomi popolari: oltre a quelli citati “sonaglini” e “cavoli della comare”.
Il nome del genere (Silene) si riferisce alla forma del palloncino del fiore. Si racconta che Bacco avesse un compagno di nome Sileno con una gran pancia rotonda. Ma probabilmente questo nome è anche connesso con la parola greca “sialon” (= saliva); un riferimento alla sostanza bianca attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie del genere.
I calici rigonfi sono persistenti e mantengono la forma a palloncino che anzi nel tempo si irrigidisce per cui alla fine dell’estate si possono far scoppiare battendoli con la mano da qui un altro nome popolare: “schioppetini”.
Molto ricercata in gastronomia (con il nome di strigoli, stridoli, carletti, strisci, scrissioi o sclopit e nell´Appennino Umbro Marchigiano meglio noti come concigli), fra le migliori erbe commestibili, ma solo prima della fioritura poi le foglie basali diventano troppo coriacee. Si mangiano sia crude, sia cotte (come gli spinaci), in risotti, minestre, ripieni, ravioli e frittate: hanno un sapore dolce e delicato.
Il grespino comune è una specie di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia Asteraceae.
Il nome generico ha probabilmente origine nel periodo classico antico, infatti era usato già ai tempi di Teofrasto e di Plinio (in realtà il vocabolo usato era lievemente diverso: sogchos). Il nome specifico (oleraceus) deriva dal latino "olus" (= verdura, ortaggio) e significa quindi "dell´orto" o "degli ortaggi" e ricorda le erbe aromatiche usate in cucina (uno dei nomi comuni italiani di questa pianta è´crespigno degli orti"). Le infiorescenze sono composte da capolini densamente fioccosi, raccolti in cime corimbose.
Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose: emmenagoga, febbrifuga, cataplasmatico, epatica, tonica (rafforza l´organismo in generale).
Le foglie fresche sono variamente impiegate in cucina: in insalate, minestroni, semplicemente bollite con olio e limone, oppure come ripieno di ravioli e pansoti. Anche i gambi sono commestibili (cotti come gli asparagi). Della radice può essere utilizzata la linfa lattiginosa come gomma da masticare (usanza dei Maori della Nuova Zelanda).
Le foglie contengono circa 30 - 40 mg di vitamina C per 100 g di prodotto.