Mandragora

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Mandragora
Sono molte le piante che portano con loro leggende e superstizioni, legate sia alla tradizione di medicina popolare che alla pratica di riti magici. La mandragora e’ un simbolo in questo campo, superstizioni e credenze l’accompagnano infatti attraverso i secoli. E‘ una pianta perenne che vive in luoghi sassosi e campi incolti, si presenta con una larga rosetta di foglie basali, a forma ovale e con il margine ondulato. I fiori sono campanulati e nascono tra ottobre e novembre, possono essere viola o verdastri a seconda della specie. I frutti sono delle bacche rossicce, ma la parte che sicuramente ha sempre colpito di piu’ la fantasia popolare è la radice, grande e con la forma di un corpo umano. Questa particolarita’ ha attirato per secoli l’attenzione sia dei medici, ma soprattutto d’aspiranti maghi e stregoni. Ed e’ cosi’ che sono nate intorno a questa pianta tutta una serie di superstizioni e di storie. In verita’ c’e’ da affermare che la mandragora ha effettivamente delle proprieta’, comuni a molte altre piante appartenenti alla famiglia delle soanaceae, e’ narcotica ed ipnotica, con effetti molto tossici se non addirittura mortali. La credenza popolare vuole che tenuta sotto la corazza rendesse i guerrieri invincibili, mito molto diffuso se nel processo che mando’ Giovanna d’Arco al rogo era una delle tante accuse. Piu’ poetica era la leggenda seconda la quale se due amanti avessero mangiato questa radice questa assicurava amore eterno. Per i piu’ invece allontanava spiriti cattivi e demoni se fosse stata appesa sulla soglia di casa.
Una pianta cosi’ non poteva certo essere colta normalmente. La leggenda narra che nel momento in cui la mandragora viene strappata da terra, questa emetta un grido cosi’ tremendo che faceva impazzire lo sciagurato che avesse avuto la pessima idea di coglierla. La metodologia giusta e’ ben descritta in diversi libri di magia e stregoneria. Si doveva legare una fune alla pianta e l´altro capo a un cane affamato e farla stappare al povero animale attirandolo con del cibo. Ma ancora non basta, l’uomo che compiva quest’azione doveva nel frattempo correre in circolo in senso antiorario, suonando un tamburo o un flauto per non sentire l’urlo della Mandragora. Una volta colta e pulita dalla terra la pianta andava conservata in un pezzo di stoffa pregiata, da cambiare regolarmente.
La mandragora potrebbe riempire di storia e di mistero il giardino di chiunque, se si riesce a trovare, e a cogliere senza paura, richiede solo un terreno ben drenato e una buona esposizione al sole.